domenica 23 gennaio 2011

L'ARCHEOLOGIA "RUBATA"

L’archeologia “rubata”: si ripropone il binomio cultura e degrado nell’antico e affascinante territorio flegreo.

L’archeologia di Pozzuoli, o per lo meno una buona parte di essa, è lasciata sempre più all’incuria e all’abbandono delle Soprintendenze e degli organi di competenza. Un’archeologia, quindi, “rubata” agli sguardi dei  turisti come a quelli dei più appassionati studiosi.
                                                                    Siti archeologici e resti greco-romani di difficile accesso, completamente occultati dalla vegetazione spontanea, privi di illuminazione o di qualsiasi indicazione turistica.

Alcuni esempi. Lungo l’attuale Via Campana, importantissima arteria romana che collegava Pozzuoli a Capua, sorgono ancora oggi numerosi resti di necropoli appena visibili dalle sovrastanti strutture metalliche e perennemente chiuse. Per non parlare della necropoli di Via Celle, contornata da canne, erbe e spazzatura. E per finire,  chi si ricorda della cosiddetta “Grotta del Cane” lungo l’Averno? Di essa ormai non rimane quasi più niente.

Al turista visitatore, munito della sua brava guida illustrata, non rimane altro che accontentarsi delle poche righe in essa contenute e delle immagini a stampa.

Di seguito alcune immagini della necropoli romana lungo Via Celle (Pozzuoli).


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